25 dicembre 2006

Dead Drunk

E' il più bello dei Terrestrial Tones. Scritto a Parigi, sotto monito apodittico della ragione, nonostante moltissimi mostrino di volerne apprezzarne le doti
dionisiache tramite precoci liquidazioni, pare piuttosto un altro (non per dire unico o raro, oscuro, conteso, estremo, esemplare, atteso, distintivo, primordiale, ma visibile, elementare, ultimo per un'istante in una sequenza rapidissima) esito del rallentamento come antidoto contro la noia generativa. Questa sembra una pseudocorrente che si sia scavata con poca fatica un lungo letto durante tutto il secolo, ma senza contar sulle piogge, alimentata ad intervalli regolarissimi da microscopici affluenti. Ogni prodotto sembra dover necessariamente ignorare i precedenti, oppure, indistintamente, assumere l' atteggiamento di chi lo fa.
Spesso il rallentamento, sia che si intenda come deformazione delle onde (la scomposizione o l' allontanamento delle parti visibili più piccole, l' appiattimento delle discrepanze sensoriali, lo sfruttamento dei limiti strumentali) , che come rappresentazione di un rallentamento di diversa forma (la descrizione di un paesaggio estivo o dei giorni di festa, l' imitazione degli spazi vuoti e del silenzio) si ottiene innanzitutto come ennesimo esperimento, avendo per le mani della sostanza e, portandosela appresso negli ambienti e nelle situazioni, provarla e piegarla fino a quando non lo si possa fare con noncuranza e fin quando non diventi chiara e familiare (infine, il risultato formale, che si vorrebbe e si prevederebbe estremamente aderente al caso, è sempre un filtro che evoca il ristagnamento, la rarefazione e i numeri).

[Ad esempio del primo caso, Messiaen e il suono degli uccelli:

L'uccello... canta a tempi estremamente veloci che sono assolutamente impossibili per i nostri strumenti; dunque sono obbligato a trascriverlo ad un tempo più lento. Per di più, questa rapidità è associata ad una estrema acutezza, essendo un uccello in grado di cantare in registri così alti da essere inaccessibili ai nostri strumenti; perciò trascrivo il canto da una a quattro ottave sotto. E non è tutto: per la medesima ragione sono obbligato a sopprimerne i microintervalli che i nostri strumenti non riescono a suonare.


cliccare sulla foto per sentire il chiurlo

(Il processo di approssimazione consisteva ad esempio nella registrazione su nastro del canto di diversi fringuelli, e nella loro trascrizione in un "canto di fringuello ideale". Successivamente approssimava tale risultato per gli strumenti musicali. Per ragioni di praticità diverse approssimazioni furono necessarie a Messiaen per trascrivere da luoghi aperti. Ma mentre i canti entravano nel reame compositivo queste approssimazioni cominciarono a superare le necessità immediate dell'eseguibilità, trasformandosi in creazione musicale.)




23 dicembre 2006

if your shower has a good amount of pressure, if you plug your ears the water hitting your head


sounds like a screaming school of fish over a crowd of people swimming from a sinking ship

21 dicembre 2006

il tempo è una coperta



Esprimendo questa pace, le rovine s'iscrivono nel paesaggio circostante formando con esso un'unità, divenendo una cosa sola con esso come l'albero e il sasso, mentre il palazzo, la villa e persino la casa colonica, anche dove meglio si adeguino alla Stimmung del paesaggio, discendono sempre da un altro ordine di cose e soltanto a posteriori si accordano con quello della natura. Spesso negli edifici molto vecchi in aperta campagna, ma ancor più nelle rovine, si nota una caratteristica uguaglianza di colore con le tonalità del terreno circostante. La causa dona fascino ai tessuti antichi: per quanto eterogenei fossero i loro colori appena nuovi, le lunghe vicende comuni, secchezza e umidità, caldo e freddo, logorio esterno e disfacimento interno, li hanno colpiti tutti insieme nel corso dei secoli e hanno generato una tonalità uniforme, una riduzione allo stesso denominatore comune cromatico che nessun tessuto nuovo può imitare. All'incirca nello stesso modo gli influssi della pioggia e dei raggi solari, della vegetazione, del caldo e del freddo devono aver fatto somigliare la costruzione in loro balia al colore della terra abbandonata ai medesimi destini. Questi influssi hanno ricondotto il primitivo risalto dei contrasti alla pacifica unità della mutua appartenenza.

20 dicembre 2006

che paura!

Qualsiasi idea venga in mente ad una persona qualsiasi, almeno il 20% di tutti gli altri sarebbe d' accordo.

19 dicembre 2006

"e se diventassi come lui?" (l' acqua di Marte)


Mi stupisce ancora, come se non potessi mai immunizzarmi, la poca delicatezza con la quale si tratta degli oggetti mitici.
Marte, che nessuno ha mai veduto ad occhio nudo in una forma che non sia approssimabile ad un'idea, è già stato devastato dagli ammorbati prima ancora che inizi ad esistere.
Avendolo subito intuito come suolo propizio al vandalismo, s'è deciso di sporcarlo direttamente, risparmiando sull'evento in sè. Tant'è che ora esiste meno di prima, come se ne avessero tutti preso un pezzo per ricordarsi. Nonostante ciò viene periodicamente rimesso in superficie con scuse di fantasia, in modo da mascherare i resti ormai rovinosi con attributi nuovi, per giustificarlo come pianeta, che visti i tempi (ossia in mancanza d'altro, in mancanza di spazio, di ponti telescopici, si rituffano nelle questioni primitive, come i nomi, e non volendo fanno gaffe, come usare slogan da mobilificio: più ripiani, per creare lo spazio), non si può mai sapere.
Su Marte scorre acqua, ma non è oceanico, non ha nulla a che vedere con il nostro. E' bagnato, a volte talmente bagnato che l'acqua scorre, organizzandosi in torrenti, quasi a risentire della forza centrifuga. Come le nostre maree, ma di più. Ma oltre a girare, Marte è vicino al centro, più di noi, per questo è rosso, e secco, crepato come il Canyon. L'acqua scorre nelle crepe, ma questo non significa che non scorra in superficie.
Tracce di acqua recente non so cosa significhi. Su Marte il tempo è come da noi? Perchè non lo dicono, visto che sanno tante cose? Recente significa piuttosto vicino? C'è differenza, come da noi? Di sicuro le cose non cambiano alla stesso modo.

17 dicembre 2006

gr 20

A Mosca han tagliato il gas, e a noi di conseguenza. In questo modo, chi già non lo avesse saputo, avrà dovuto farsi un' immagine del suolo russo finalmente verosimile: forato dai giacimenti di metano come una spugna. E' stato calcolato che la scorsa notte il 17% dei cittadini ha riservato nei propri sogni un momento per strizzare con una mano l' Europa orientale.

16 dicembre 2006

tu as raison aussi


"Vogliamo fare due chiacchiere, Joseph?"

"Con piacere."

"Mettiamoci pure comodi."

"Non ci sono molte comodità qui."

"Va benissimo così. Io prospero sulle piccole durezze."

"Allora farai addirittura fortuna."

"Non preoccuparti per me. Sei tu che sei a disagio"

"Sì, perchè, sebbeno io sia lietissimo dell' occasione, non riesco del tutto ad identificarti."

"Di nome?"

"Non importa, a ogni modo."

"Non importa, lo so. Ne ho parecchi di nomi."

"Per esempio?"

"Oh... Ma d' altra parte o Tu As Raison Aussi. Io so sempre chi sono, e è questo l' importante."

"Situazione invidiabile."

"Spesso la penso così anch' io."

"Vuoi un' arancia?"

"Oh, grazie, no."

"Su prendila, andiamo."

"Sono diventate così care."

"Te lo chiedo per piacere."

"Oh, quand'è così..."

"Mi sei diventato sempre più simpatico. Mi piacciono i tuoi modi."

"Ne mangeremo metà per uno."

"Molto bene."

"Così ti sono simpatico, Joseph?"

"Sì."

"Molto lusinghiero."

"No, è la pura verità."

"Sei facile a simpatie e antipatie improvvise?"

"Cerco di essere ragionevole."

"Lo so che cerchi di esserlo."

"E' un' errore?"

"Comprendere?".

"Vorresti che preferissi essere irrazionale?"

"Non voglio nulla; suggerisco..."

"Sentimento?"

"Ne hai, Joseph."

"Istinti?"

"Hai anche istinti."

"Conosco l' argomento. Vedo dove vuoi arrivare."

"Dove?"

"A questo: che il potere dell' uomo è troppo piccolo per porsi contro l'irresolvibile. La nostra natura, la natura della mente, è debole e si può contare soltanto sul cuore."

"Quanta fretta hai, Joseph. Non ho detto questo."

"Ma questa dev' esser stata la tua intenzione. La ragione deve vincere se stessa. Se no, perchè ci verrebbe data la ragione? Per scoprire i vantaggi dell' irrazionale? Non convince."

"Tu mi stai intentando un processo. Meriti che ci si congratuli teco per le tue conclusioni, ma queste non riguardano il punto su cui stiamo discutendo. Comunque, hai passato brutti momenti."

"Li sto passando anche adesso."

"Certo."

"E continuerò a passarli."

"Naturalmente. Devi essere preparato."

"Lo sono. Lo sono."

"E' intelligente da parte tua aspettarti tanto poco."

"Ma è triste, devi ammetterlo."

"Si tratta di sapere quanto si deve chiedere."

"Quanto si deve chiedere?"

"Parlo della felicità."

"E io della richiesta di essere umani. Non siamo peggiori degli altri."

"Quali altri?."

"Quelli che hanno dimostrato la possibilità di essere umani."

"Ah, in passato."

"Senti, Tu As Raison Aussi. Noi stiamo maltrattando un po' troppo il presente, non ti sembra?"

"Non si può dire che tu ne vada pazzo."

"Pazzo! Che parola!"

"Alienato, allora."

"Anche questa parola non va."

"E' popolare."

"Si parla enormemente di alienazione e alienati. E' una scusa sciocca."

"Proprio?"

"Si può divorziare dalla propria moglie, o abbandonare il proprio bambino, ma che si può fare nei riguardi di noi stessi?"

"Non puoi bandire il mondo per decreto, se il mondo è dentro di te. Non è così, Joseph?"

"Come potresti? Hai frequentato le sue scuola, visto i suoi film, ascoltato le sue trasmissioni radiofoniche, letto le sue riviste. Che cosa succede se ti dichiari alienato, se dici di respingere il sogno hollywoodiano, l' opera offerta del celebre sapone X, il romanzo giallo a buon mercato? Lo stesso rigetto ti incrimina."

"Puoi dire però ch'è tua volontà dimenticare queste cose."

"Il mondo ti segue ovunque vada. Ti regala una rivoltella o una macchina utensile, ti isola in questo o quel senso, ti porta notizie risonanti di sconfitte o vittorie, ti spinge avanti e indietro, mutila i tuoi diritti, riduce il tuo avvenire, è goffo o abile, opprimente, traditore, assassino, sgualdrinesco, nero, venale, inaspettatamente ingenuo o ridicolo. Qualunque cosa tu faccia, non puoi tenerlo da parte."

"E allora?"

"Lo sbaglio può essere in noi, in me. L' incapacità di vedere."

"Non chiedo forse troppo a te stesso?"

"Faccio molto sul serio."

"Dove posso mettere questi semi?"

"Oh, scusami, li tenevi in mano? Qui, in questo portacenere. Stammi a sentire: è troppo facile abiurarlo o detestarlo. Troppo meschino. Troppo vile."

"Se tu potessi vedere, che cosa credi che vedresti?"

"Non so bene. Forse che noi siamo i figli idioti degli angeli."

"Ora ti stai soltanto divertendo, Joseph."

"Benissimo, vedrei dove sono andate a finire quelle capacità a cui dovemmo un tempo la nostra grandezza."

(...)

15 dicembre 2006

Die Vermessung der Welt

Questo è il best-seller che Gerri m'ha fatto leggere. E' la storia di due personaggi deboli e teneri, ma ci si può ingannare, pensando che lo fossero anche allora. Sicuramente Daniel Kehlmann ha sorvolato sul fatto che i lettori, compratori, l'avrebbero pensato. Non saprei questo quanto prurito gli sia costato, ma vorrei pure pensare che sia stato poco e breve, visto che mi è venuto da credere nella sincerità della sua leggerezza (è la versione ottimista che non consiglio perchè comunque viene da sè, ed è questo lo stratagemma: scrivere come se fosse venuto da sè, mentre è venuto veramente da sè).
Vogliate scusarmi, ma ho un certo riserbo nel tirare in ballo il ruolo che la comparsa di alcuni oggetti nell'intreccio ha nella fascinazione dell'insieme e dunque, anche 'che in questo caso sarebbe particolarmente vergognoso, non lo faccio.
La narrazione ottiene lo spasso spacciandosi, appunto, per la parodia dello svolgimento di una funzione, tanto che in più punti si pensa che il gioco stia per terminare, ma invece non termina e non riparte, come la parodia di una fuga dall'incubo dell'approssimazione.
E dunque si fanno beffe di Carl Friedrich Gauss appena dopo averlo ritratto indifeso, come se si potesse coprire solo dietro una coltre di Disquisitiones, insieme risibile e lodevole, nel caso in cui si tenti un equilibrio fra quest'epoca e quell'altra.
Humboldt è blasfemo e melvilliano, e insieme è blasfemo il suo ritratto (ed anche questo temo sia costato, addirittura in coppia con una macchietta e altre barzellette, i giornalisti coi baffi, il cane fantasma).

12 dicembre 2006

gr 19

Il cielo di Rimini quest' oggi è apparso in una veste che i mattinieri, all' unanimità, non hanno potuto che definire insolita. Il forte vento che soffia due giorni ieri ha infatti brutalmente spinto verso sud ogni traccia di umanità dalla biosfera, lasciando così la città scoperta e indifesa. La luce del sole giunge sincera, pallida e fluorescente come un neon. I muri bianchi delle case sono inguardabili. Il cielo, alle sette della mattina, era di un viola acceso. Interrogati, i pescatori a riposo sulla banchina, indicano un punto tanto lontano quanto preciso, a ovest di Lubjana.

11 dicembre 2006

you don't need a weather satellite to know which way the wind blows

Se provassi a sorvolare su tutti i riferimenti al clima secco e senza importanti variazioni stagionali in quello che leggo, allora forse non rimarrebbe più nulla.
La sabbia ancora grigia e fresca di Aruba alle nove del mattino, il suono degli insetti di Corfù, Typee.
Eppure pare tutti debbano dire che il mio viaggio verso il Pacifico sarebbe controcorrente.

10 dicembre 2006

gr 17

In Bulgaria l' auto parcheggiata di un uomo d' affari è stata colpita dal racket. Il racket, qualsiasi cosa esso sia, ha piantato sette alpenstock sulla carrozzeria e sui cristalli. Gli strumenti di lesione, al ritrovamento, erano ancora conficcati alla posizione del primo colpo offeso, offrendo una visione complessiva raccapricciante.
Uno dei passanti mattutini, fra i primi a poter godere dello spettacolo, avrebbe provato un senso di vertigine. Un' altro passante avrebbe sperimentato la sensazione, per un momento, di trovarsi davanti ad un 'installazione, o a dir tanto una performance. Pur essendo perfettamente a conoscenza dell' effetto delle contusioni sui cristalli di un'automobile, un gruppo di tre passanti si sarebbe trovato a definire con un che di inspiegabilità la visione delle punte di ferro saldamente incastrate nel vetro sottile.

09 dicembre 2006

gr 16

A Torino si sperimenta un costosissimo spray da spruzzare sull' asfalto, un solvente che trattiene le polveri sottili, di modo da impedire a queste di andarsene in giro per l' atmosfera. I residui cittadini volatili si appiccicheranno come zanzare e con il passare degli anni si alzerà il livello del suolo e le macchine viaggeranno su uno spesso strato di smog solidificato. Quando fra un secolo le nostre città saranno sepolte, e qualcuno vorrà costruire un palazzo alla vecchia maniera, gli scavi riveleranno un suolo antico ricoperto da carta moschicida. La scopertà verrà subito imboscata, o meglio interrata, sepolta, di modo che sopra di essa svetti una massa inespugnabile di vecchio cemento, una sintesi di nostalgia costruttivista e funzionalità urbana. Una volta che i costruttori, in cinque o sei anni, verranno presi dai sensi di colpa propri dell' aver illegalmente nascosto, sfonderanno il pavimento con degli alpenstock, alla vecchia maniera, di modo da rifarlo in vetro.

07 dicembre 2006

sui recenti bandi al neorealismo spirituale



Mozart scrisse anche per arpa di vetro. Quando ascoltai la prima volta l' adagio per arpa di vetro mi turbò molto l' uso di questo suono. Non feci in tempo a pensare se trovavo piacevole o meno il suono in se ma di sicuro era strano e il mio fastidio nasceva da un senso di anacronismo.
Quando Benjamin Franklin la inventò, nel 1761, aveva appena appena visto suonare i bicchieri di vino. Così come i bicchieri riempiti a varie altezze, ogni piatto dell'arpa di vetro vibra ad un'unica frequenza, producendo un suono che non si può descrivere certo limpido, ma vacuo e siderale, simultaneamente lontano e interno, come un mal di denti, o come un fastidio all'orecchio che sembra, da principio, provenire dagli apparecchi elettronici che vi sono nella stanza.
La glass harmonica si presentò per cui come la perfetta riproduzione dei cori angelici e il suono delle sfere, un assaggio di candore eterno su una scala limitata e una verità essenziale. La nuova descrizione dell'environment paradisiaco spalancava occhi e bocche degli astanti, sostituendo d'un colpo la luminosità dell'organo a canne, gli altissimi soffitti e le cornici dorate, con onde sonore buie e glaciali.
A me pare anche di averne sentita una apparire su Eskimo, ma mi hanno suggerito di non continuare su questa strada.
I più restii a cadere in trance non sfuggivano al profondo sconforto indotto dal suono vitreo, su tutti l' esecutore, non potendo evitare di concludere ogni performance con il cuore oppresso e le mani dolenti.
Alla fine del secolo un tacito editto, senza tacite proteste, bandì lo strumento, ormai celebre come mesto agente alienante. Quasi contemporaneamente si formò un sottosuolo di sperimentazioni ipertoniche, un silenzioso movimento celebrativo della multistratificazione e delle tonalità ridondanti, una silenziosa moratoria in nome della quantità e dell' aggiunta.

05 dicembre 2006

Abitudine a dormire



Quando noi ci concentriamo su un oggetto materiale, ovunque esso si trovi, il solo atto di prestare ad esso la nostra attenzione può farci sprofondar involontariamente nella sua storia. I principianti devono imparare a sfiorare soltanto la superficie della materia se vogliono che essa resti all'esatto livello del momento.
Gli oggetti fabbricati dall'uomo, oppure quelli naturali, in se stessi inerti ma molto usati dalla vita noncurante, sono quelli di cui è particolarmente difficile mantenere a fuoco la sola superficie: i principianti la infrangono e ben presto cominciano a dilettarsi con trasporto infantile della storia di questa pietra o di quella brughiera. Ossia: una sottile impiallacciatura di realtà immediata ricopre la materia, naturale o artificiale, e chiunque voglia restare nel presente, col presente, sul presente, è pregato di non rompere la tensione superficiale.

04 dicembre 2006

Zeitungeist

Da domani das kleine Chaos diventa quotidiano!

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