13 dicembre 2005



1. Le privazioni tendono ad avere il brutto vizio di rendersi apparentemente innoque trovando autonomamente, e a mia insaputa, un sostituto. E ci ho messo qualche mese a capire che il benessere in cui affondano le mie giornate post-computer non era che la confortante constatazione che, mutati mutandis, il mio cervello era e sarebbe continuato ad essere profondamente assopito.
Tutto placido e molliccio a bearsi di personaggi altrettanto appiccicosi e cinici che fanno a botte per prendere il mio posto quando si tratta di decisioni importanti, e solitamente inorriditi dal mio violento approccio umoristico a queste. Come se non ne avessero già abbastanza per loro. E d' altronde a volte ci manca poco che mi dimentichi che provengono da quegli ultimi decenni in cui si è potuto usufruire di un certo surrogato di saggezza eterna. Che poi manchino anche si quel poco di consapevolezza che basterebbe a riconoscersi come prodotto, più che di una piovosa ed uniforme situazione urbana, di una gelatina cerebrale assai più molle della mia, non basta davvero a renderli innoqui.

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