18 maggio 2007

nemi-roschi

altro su cui non so dire. Credo per altro di aver concretizzato l'inizio del mio invecchiamento al punto in cui avrò lontano e alle spalle i pregiudizi sulle femmine; nella sostanza è uguale di dire che ho ben poco da temere la morte (e quasi altrettanto poco da desiderare una superficiale saggezza). L'odio per le donne che si cimentano me ne terrà alla larga! Per quanto se ne possa dire, riesco a malapena a conquistare in proposito una insignificante debolissima incertezza.
Nel frattempo, per quanto lungo questo intervallo potrà essere, mi pare giusto attenersi alla coscienza collettiva della specie più terrosa, e vivere secondo i precetti della saggezza popolare umana e animale (le quali, unite a quella minerale e vegetale costituiscono la fisica cosiddetta quantistica):
la conferma di una regola è volentieri trovata nei casi in cui questa non viene applicata. Questo significa in pratica che continuo a pensare che le donne non debbano mai scrivere, che in ogni caso non sapranno mai farlo, e che mi costa molto ammettere che mi è piaciuto David Golder. E' piuttosto difficile, ma si può riuscire appoggiandosi al fatto che nemi-roschi fosse giovane e sciocca, che avesse un bel giardino, insomma in modo da considerare il libro un prodotto incosciente, o per dir diversamente una conseguenza indiretta della sua firma. Il fatto che la firma sia venuta tardi e che il manoscritto l'abbia preceduta di qualche tempo, non inverte come sembrerebbe la direzione dell'effetto domino che a partire dal fondo ha generato una rampante cronaca di morte.


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