31 gennaio 2007

diorama

Trecento anni carichi di fatti quantomai complessi, e ancora, pur senza prescindere dalle condizione climatiche, ho modo di quando in quando, di accorgermi, che si continua non solo a pubblicare opinioni sull'avere opinioni, tali quali questa se fosse senza contegnoso ritegno, ma anche opinioni, opinioni vere. Ogni volta è una sorpresa, perchè ci si era impegnati ed estinguerne la fonte con armi tanto ottuse; e poi per il fatto che volendo venirne fuori ci si concede a movimenti sbagliati che risucchiano sul fondo. Ogni mossa è più buffa, e porta più sotto, nel regno del lofio, la rana degli abissi, che toglie il sonno a tutti mostrando il suo compagno che le esce dal collo. Non sembra un posto di quelli piacevoli. Questo è la dinamo dei cattivi pensieri di questo secolo, anche se pare di esser già nati così, come se per esistere sia necessaria la fisimite del passato e, per tirare avanti, tutti i suoi possibili ornamenti.
Al museo arriva uno studioso poco sociale, annoiato, appena trasferito, che vuole vedere il diorama. Il bidello prima di lui appoggia i palmi al vetro, tutto oscuro, e si ricorda del disuso e che le luci non sono mai state accese, ad eccezione di due lampadine, rossa e verde che rivelano un confine di pelliccia. Per noia anche lui, e non potendo evitare di aspirare all'eroismo, comincia a guardare come se vedesse. Lo studioso lo sente parlare, ed essendo in certi ambienti l'aria rarefatta, subito mette l'ignoranza con la saggezza e, sentendo chiamato in causa il proprio potere di legittimazione, comincia a rifinire con molte parole lo sguardo artificiale di quella volpe estinta e la forma improbabile dello squalo preistorico.

1 Commenti:

Blogger e. dice...

come promesso, dunque.

10:49  

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