09 gennaio 2005





Se fa freddo si e' anche piuttosto deperiti, le scarpe non muoiono dalla voglia di allacciarsi. Che l'asse terrestre esista e sbandi con un sospiro sommesso di Dio non mi sembra ne' plausibile ne' implausibile, ma se cosi' fosse basterebbe un altrettanto sommesso starnuto per sistemare il clima come a me pare.
Sistemare il modo e' una mania del futuro, e' anche una mania dei miei sogni e di chi per lavoro mette in scena. Se mai ci fosse un comune accordo, fra tutti i maniaci di questo tipo, sarebbe sul precetto fondamentale del semplificare e ristabilire le leggi portanti, piantando steccati e paletti un po' ovunque. Una lingua e basta, niente azoto, telepatia primordiale, spettro visibile ridotto al giallo e al blu, cosi'.
I miei onirici steccati invalicabili di solito riguardano il modo in cui le persone si parlano; tendenzialmente si capiscono bene tutti, ma solo se ce n'e' bisogno.
Ho segretamente elaborato alcune teorie per spiegare la devozione e la passione con cui ho guardato Closer, il film che ha messo nel panico i produttori del film su Ian Curtis in cerca di un titolo accattivante (ah e a chi invece e' maniaco dei collegamenti, Jude Law ho sentito dire, ma spero in uno scherzo o in un trucco molto pesante). Dicevo, questa e' la soluzione piu' elegante del problema. I personaggi del film che ho guardato senza sbattere gli occhi interagiscono come delle macchinette avanzate che funzionano alla perfezione in quanto creazioni di uno stesso preciso inventore. Ci sono poche altre cose che cambiano oltre alle parole, e in queste non e' compreso il motivo o il modo in cui vengono pronunciate. Quello che accomuna i personaggi e' la particolarissima abilita' (soprattutto da questo si puo' indendere che l'ambientazione e' fantascientifica, dal'assenza di un tentativo di giustificare o mascherare l'assurda coincidenza) di sapere esattamente e immediatamente cosa dire, o per meglio dire, il modo migliore per tradurre in parole il proprio pensiero. Nel fare questo accettano la triste condizione di chi sa riconoscere gran parte degli effetti immediatamente conseguenti le proprie parole e i propri comportamenti. La storia, per questo, ne esce accellerata, bruciando gli enormi tempi diluiti soliti di certi sentimenti che passano apparentemente senza che nulla succeda, ma in realta' consumando il tempo a temere l'enormita' del caso e aspettando ansiosamente una risoluzione nel tempo.
Che poi la situazione alla fine non si risolva non toglie nulla a tutto questo, semplicemente ponendo degli zeri finisce per risultare piu' nuda ed evidente che mai la subdola incapacita' umana ad essere felici della propria condizione.

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