04 agosto 2004

(Ultima Mudfox allo zoo)
Lo smog in stato di solido appiccoso comincia a farsi se non altro sopportabile, devo dire. Una settimana fa non lo era affatto, piuttosto dovevo rimuoverlo dalla pelle almeno tre volte al giorno, portava via un sacco di tempo. Puo' darsi il tempo esagerato passato in viaggio fra la fantasmatica Porticitta' e la mia altrettanto problematica Rimini negli ultimi mesi ci abbia messo di suo.
La scarica elettrica che sembrava ricoprire la citta', ieri sera ci ha messo del suo, perche' non pioveva e tutto passava dal giorno alla notte in un frammento di secondo, pensavo a cose del tipo di quanto metallo avessi addosso, forse nient'altro. Come si siano costruite le condizioni giuste per questo stato limbico e' poco interessante e di sicuro io non lo so, ma ho avuto tempo e modo di chiedermi alcune cose sostanzialmente poco utili, e allora mi sono tranquillizzata.
I bambini impiccati in piazza XXIV Maggio a Milano, avrebbero motivo di essere se non vi fosse in loro alcuna provocazione? Un tizio si e' fatto male. Suo nipote si era impressionato vedendo l'installazione di Cattelan allora lui si e' arrampicato sull'albero con le cesoie poi e' caduto, e si e' fatto male. Il mio pensiero troppo libero trova subito remote contraddizioni e poi si inceppa, e' l'autoinflitto piacere dell'arte contemporanea. Al "che fare?" penso sia meglio delegare la questione ai competenti, ma appena detta quella parola mi vado a lavare la bocca con il sapone. Metto una mano davanti agli occhi poi, sbirciando fra due dita, passo in rassegna gli sproloqui che, partendo da un - si lamentano della tv e poi quando si gira per le strade si trovano certe oscenita' - e passando da un - lo spirito dell'arte e' la provocazione -, arrivano dappertutto e da nessuna parte.
Nei video di Owen Leong ci vedono l'espressione di un desiderio di ritorno al proprio ceppo razziale, sopra, sotto e ovunque trovano il soffocamento della globalizzazione di un cinese-australiano afflitto. Personalmente riuscivo a non vederci altro che immagini favolose e luminose, contraddizioni in una armonia senza punti stabili realizzata con i colori, gli oggetti e le persone in modo dolcemente preciso. Vale la pena cercare di capire chi ha ragione?




Visto il momento propizio rendo omaggio al mio raro e molto cauto avvicinamento all'oriente con la visione di Primavera, Estate, Autunno, Inverno...e ancora Primavera che procede piu' o meno come previsto, ma d'altronde quando si parla di buddhismo tibetano non bisogna aspettarsi molti colpi di scena.
Il secondo passo e' Officina Asia alla GAM, e questa volta i propositi sono di piu' in ogni senso. Piu' il contemporaneo e' contemporaneo, piu' diventa impossibile tanto quanto inutile cercare di capire da quale parte del mondo provenga; anche se non si puo' trascurare il vantaggio di non riuscire a riconoscere il sesso dell'artista dal suo nome (parlando a nome dei miei fastidiosi pregiudizi).
Il mio preferito e' Shintaro Miyake (nella foto con un amico), con il minotauro che lotta nel colosseo, o almeno e' il meno inquietante fra i miei preferiti. Nella stanzetta di Choe U-Ram ci sono dei robottini urbani, frutto di un'inaspettata evoluzione che riesce a non sembrare cosi' improbabile.

3 Commenti:

Anonymous Anonimo dice...

bello

20:41  
Anonymous Anonimo dice...

...carino...

20:45  
Blogger A.G. dice...

e' gia' finito il climax?

10:52  

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