25 giugno 2004

(post-acoustic)

In un pomeriggio passato per metà a cercare parole divertenti sul motore di ricerca della Sala Borsa piuttosto che prepararsi su un libro di che fastastica scienza la sociologia, ero capitata anche, ad esaurimento vocabolario di fantasia, ad istruirmi -finalmente- su quello che la gente intorno a me continua a intendere per post-moderno. Mi ha fatto molto ridere, ma come tutto del resto (ma forse un po' di più). La mia amica G. (fu) mi fa pazientemente presente che è un po'come spiegare il medioevo a Giovanni Senza Terra.
Non che faccia poi una piega, e mi ci è voluto anche l'espediente dell'architettura che altrimenti non avrei nemmeno colto con tale precisione la folle idea di fondo.
Chi è post-moderno non ha per niente voglia di esserlo, ecco. Come Philip Johnson, dice lui, o come me per esempio. Ma detto questo, in ovvietà, mi sento pronta a battere il libro di che fantastica scienza è la sociologia.
E' che per quanto siano ironicamente reali le chiaccherate di Rèmy e i suoi amici canadesi sugli -ismi collezionati in gioventù, Denis non è abbastanza lesto, che sono parole superate non appena le si pronuncia.
E il mio amico Jean mi dice: "Ma sai cosa, secondo me il nuovo movimento acustico non è mai esistito, anzi, è nato già superato. Ma è così con un po' tutte le cose..". E' che mi sorprendo ancora quando qualcuno mi fa notare che la maggior parte della folla planetaria non ha consapevolezza della gran perdita di tempo che sono le classificazioni. Fra gli esperimenti falliti di linguaggio universale preferisco l'esperanto.

2 Commenti:

Anonymous Anonimo dice...

forse e` inutile, ma io lo trovo divertente

13:26  
Anonymous Anonimo dice...

mah in fondo dare nomi è necessario e comunque non prendersela è consigliabile (sempre). jonsi

14:18  

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