11 aprile 2005

La radio certe volte è capace di salvare dei pericolosi pomeriggi di tempesta, claustrofobica tempesta. I radiodrammi possono dare come null’altro un alibi all’insonnia, ma questa è un’ altra storia. In un dopopranzo di weekend iniziato già in quei modi che presuppongono altre venti ore uguali a quella passata da stesi sul letto ad aspettare che smetta di piovere sul tetto della mansarda, Cappa & Drago hanno la brillante e compassionevole idea di farmi sentire un pezzo dell'album nuovo di Andrew Bird.


A quel punto è stato facile trovare il modo per utilizzare al meglio l'handicap psicologico indotto dall'apocalisse di cui sotto. Apocalissi di questo tipo sono amiche dei ritorni alla filosofia primordiale, in mancanza d'altro, ci continua a chiedere ancora un po', se è o no la fine del mondo. E nel caso se sia opportuno cominciare ad assalire gli ipermercati, se utilizzare gli ultimi minuti di vita per capire che sarebbe convenuto dar più credito al terrorismo e agli altri pochi tentativi concreti di invertire l'entropia o se guardare un po' di tv, così per vedere tutto in diretta. Io ho deciso che sarebbe stato bello procurarsi The Mysterioud Production Of Eggs e dedicargli qualche giorno di protagonismo, aspettando che le cose fuori di sistemino.
E' che non basta un solo ascolto per concedere una chance al vertiginoso abbandono del violino, ma ne bastano di sicuro un paio per accorgersi che di genio continua ad essercene abbastanza e più di quel che serve, tant'è che non ne vuole sapere di fare da secondo piano, da sfondo al numero di le Scienze che ho sulle ginocchia.
A Nervous Tic Motion Of The Head To The Left mette il dito nella piaga con la commovente ironia sulle questioni cosmiche


we have survived to turn on the history channel
and ask our esteemed panel "why are we alive?"
and here's how they reply:
"you're what happens when two substances collide,
and by all accounts you really should have died"


che d'altronde non stona con la diffusa atmosfera di autocommiserazione divertita in cui possono riconoscersi davvero tutti, grandi e piccini, che almeno una volta abbiano sperimentato la convinzione momentanea della propria superiorità assoluta nel settore dell'esperienza di vita.
Andrew Bird ha una voce capace di sbilanciare le aspettative e il senso ovvio di quello che dice, qualcosa che a questo punto della storia si può anche cominciare a chiamare effetto Gelb, non senza un po' della vergogna che non può mancare nell'usare seriamente i tentativi di definire l'indefinibile. Ma non si può davvero parlare di influenze, piuttosto di movimento generale di cantautori solitari che nell'ultimo decennio hanno trovato tutti lo stesso modo di descrivere il mondo senza parlarne.Ed io ho una passione per quest'arte della pigrizia, soprattutto quando piove.
Per farla breve questo è un disco che fa venir voglia di poter misurare la perfezione, tanto che sopra ci si possono dire solo cose sceme.

(and when you look up at the sky
all you see are zeros
all you see are zeros and ones...
)
Il balcone di questa casa è pieno di sabbia del Sahara. Mi sono ricordata anche per la prima volta di un sogno che in realtà era il ricordo di una cosa successa per davvero. Alla scuola elementare dei bambini di otto anni venivano esortati a levare le loro luride mani dalle finestre dalle quali osservavano con le tonsille in vista un repentino cambiamento della situazione fotografica del quartiere. Il cielo, i muri e tutto il resto erano diventati color campo da tennis, le foglie degli aceri marroni invece che verdi erano sbattute solo come succede alle vele abbassate nelle tempeste dei film. Qualcuno aveva detto che era la fine del mondo, facendo scoppiare in classe un panico un po’ pigro. Qualcun'altro aveva chiesto al maestro se era vero, e lui aveva risposto che era solo la sabbia del deserto. Poi è successo che un bambino ha guardato la cartina del mondo ed ha detto che se il mondo si stava rimescolando in quel modo allora doveva per forza essere l'apocalisse.

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